Entusiasti, favorevoli e critici:
i tre diversi profili del reboarding
Noi di GoodHabitz non siamo certo i tipi da predicare bene e razzolare male. E infatti, una volta creata la nostra Scheda tematica per il reboarding, l’abbiamo subito utilizzata internamente per interrogare i nostri colleghi e cercare di comprendere come si sentissero all’idea di tornare in ufficio dopo un lungo periodo di smart working. L’obiettivo primario era proprio quello di conoscere desideri e aspettative dei nostri colleghi, un campione composto da oltre 250 professionisti in tutta Europa. Tuttavia, una volta completato il processo, ci siamo accorti che le risposte ricevute potevano essere classificate sotto tre macrocategorie, così abbiamo deciso di sfruttare al meglio i risultati della nostra indagine per aiutare altre aziende a orientarsi in questo processo nuovo. Vuoi scoprire le visioni sul reboarding più diffuse?
La prima cosa che abbiamo notato durante l’analisi di quanto emerso dalle nostre conversazioni sul reboarding è che, sebbene ciascuno di noi abbia vissuto i mesi appena trascorsi in modo molto diverso, di fatto ci sono alcuni aspetti chetendono a ripetersi.Così, dopo aver interrogato il nostro staffdi oltre 250 personeche lavoranoda tuttaEuropa, siamo riusciti a delinearetre differenticategorie dipersonalità da cui abbiamo tratto tre profili (opersonas)con differenti caratteristiche e desideri e un diverso livello di motivazione a tornare in ufficio.Analizzandolediversepersonas che abbiamo identificato, otterraiuna panoramicagenerale delle necessità di un team eprobabilmenteti accorgerai che questi profilisi adattano bene anche al tuo contesto aziendale.
L’entusiasta
Glientusiastinon vedono l’ora di liberareil tavolodi casache hanno adibito a scrivania etornarefinalmente a occupare la propria postazionein ufficio.Sono felicissimiall’idea direcarsi nuovamente sul luogo di lavoroenon hanno bisogno di una motivazione esterna per farlo: saranno lì ancor prima che si aprano le porte. Queste persone preferiscono passare in ufficio almenoquattro giorni a settimana, anchecinque se possibile.Glientusiastihannosentitomolto la mancanza dell’interazione sociale con i propri collaboratori e aspettano con ansia dipartecipare fisicamente a riunioni e brainstorming.Perloro,tornare in ufficio è una liberazione.E non solo perchéritengono di essere (molto) più produttivi in presenza, ma anche perché amanoincontrare i colleghi e sentirsi parte di ungruppo affiatato.Glientusiastiritengono che il management abbia fatto del proprio meglio durante la pandemia e non hanno dubbi sul fatto che anche ilreboarding verrà gestito con successo.
Ilfavorevole
I favorevoli vedono dei vantaggisia nella vita da ufficio che nellosmartworking.Si può dire che, nelloro mondo ideale, le due soluzioni convivano in modo armonico.Vogliono tornare in ufficio per riconnettersi ai colleghi, riprendere gli incontri faccia a faccia, creare spirito di squadra e cambiarescenario. Ma allo stesso tempononsono pronti a rinunciare alla flessibilitàeal silenziogarantiti dallo smartworking e riconoscono i benefici ambientali di una riduzione degli spostamenti casa-lavoro.Per loro, la settimana lavorativa perfetta si compone di due o tre giorni in ufficio, durantei quali creare legamiprofessionali (epersonali) più forti,scambiare idee, ottenere stimoli esbrigare il lavoro diteam; e il resto in casa, perdedicarsi ai compiti che richiedonopiùconcentrazione.I favorevoli ritengono che il management abbia gestito bene il periodo passato, ma vorrebbero anche essere messi al corrente dei piani per il futuro.Inoltre,pensano sia importante organizzare incontri settimanali con ilpropriomanager per rimanere sempre aggiornati.
Ilcritico
I critici non sono del tutto contrari al ritorno in ufficio, ma riconoscono che il lavoro da remoto ha numerosi vantaggi, sia a livello personale che a livello ambientale, grazie alla riduzione degli spostamenti.I critici hanno scoperto che lavorare da casa li rende più produttivi ed efficienti, e pertanto hanno messo in dubbio alcune logichetipiche del lavoropre-Covid.Inoltre, ritengono che losmartworking abbia concesso loro di passare più tempo in famiglia e di dedicarsi maggiormente a se stessi, cosache prima risultava più difficile.Pertanto, sono preoccupati all’idea di tornare stabilmente in ufficio poiché temono che questo possa influenzare negativamente la loro produttività e privarli dello spazioda dedicare alla vita privata.Tuttavia, i critici vogliono sentirsi parte dell’azienda e ci tengono a lavorare in un ambiente positivo, pertanto non intendono privarsi completamente delle interazioni tra colleghi.La situazione ideale li vedrebbe passare un giorno a settimana in ufficio, e il resto della settimana a casa. Sono soddisfatti di come il management ha gestito ilperiodo della pandemia e ritengono che incontri settimanali coni propri superiori e una strategia di reboarding trasparente aiuterebbero a ripartire al meglio.Inoltre, vorrebbero ottenere strumentie informazioni utiliaottimizzare il processo di(re)onboardinge non perdere di vista, a causa della distanza, gli obiettivi e le strategiedell’azienda.
Comeriportare a bordo ciascun profilo?
Queste tre diverse visioni delreboarding richiedono differenti azioni e modalità di gestione da partedelteam HR.Glientusiasti, i favorevolie icriticihanno ciascuno le proprie necessità e le proprie ragioni per tornarein ufficio, sebbene con ritmi differenti.In questa fase, ciò che conta maggiormente è assicurarsi che ognuno si senta ascoltato, compreso e supportato nel processo, così da creare un ambiente favorevole per migliorare la produttività eil raggiungimento dei risultati aziendali.Per aiutarti ad affrontare tutto questo, abbiamo creato un’infografica che racchiude i tratti fondamentali dei tre profili e consiglia a ciascun profilo i corsi GoodHabitz più adatti. Scaricala e utilizzala come guida per orientarti lungo il sentiero del reboarding!
Scarica le tre Personas del reboarding
Scarica il PDF e scopri in una sola occhiata il pensiero di chi è critico, favorevole o entusiasta all'idea di tornare in ufficio!
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